Cinghiali: il tragico incidente e le responsabilità della politica
Elba Report: 02/05/2025 11:02:06
Legambiente Arcipelago Toscano esprime le più sentite condoglianze ai familiari per la tragica scomparsa di Rocco Andrianò a causa di un incidente con un cinghiale, ma meraviglia che – tralasciando il solito sciacallaggio antiambientalista – ci sia, di fronte a questo dramma, il consueto scaricabarile istituzionale.
La situazione è fuori controllo perché, dopo che da 30 anni Legambiente chiede interventi per tutelare biodiversità, agricoltura e sicurezza, solo recentemente – e grazie nuovamente alle associazioni ambientaliste e ai comitati – all’Elba è stata tolta la definizione di “area vocata” al cinghiale e che i Comuni hanno finalmente accettato di parlare di un forte contenimento fino all’eradicazione di una specie introdotta all’Elba a fini esclusivamente venatori negli anni ‘60 e ’70, molto prima dell’istituzione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che risale al 1996.
Dopo una discussione istituzionale e della società civile durata più di 20 anni, proprio il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha presentato recentemente un progetto per il contenimento/eradicazione degli ungulati introdotti da cacciatori e amministrazioni locali, un progetto con solidi basi scientifiche e tagliato sulla realtà elbana.
Se davvero si vuole onorare la memoria di un uomo morto in un tragico incidente, sindaci, forze politiche e società civile premano sul ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, sul ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, sul governo Meloni, sull’Unione europea e su Regione e Provincia (e sui loro stessi consigli comunali) perché quel progetto venga finanziato e prenda il via al più presto una moderna operazione di ripristino ecologico di un ambiente insulare che è stato stravolto dall’introduzione di animali che servono solo da bersaglio per un pugno di persone.